Kids&Us: diario di Inglese di un bambino di tre anni #3 Laura la direttora!

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Il racconto dell’esperienza di Federico e mia come ambassador Kids&Us non si ferma.

Cerco di farvi conoscere la scuola da tanti aspetti che possano interessare i genitori: dalla logistica alle aspettative, sono qui per rispondere!

Approfitto di questa pausa forzata per un racconto speciale: vi racconto proprio la direttora della scuola Kids&Us Cagliari Centro, Laura Raventos. Questo virus ci ha fatto fermare, ci ha dato modo di riflettere, di guardare più a fondo nelle situazioni, restando umani, o tornando umani… ecco, io voglio ripartire dalle PERSONE, che SONO la scuola, prima ancora di parlare di rette, materiali, piani didattici e metodo.

Avevo immaginato questa intervista a pranzo in qualche localino della Marina, come la prima volta che abbiamo condiviso il progetto di questa collaborazione. Invece l’abbiamo affidata al telefono (a più riprese in verità, perché due donne in smartwoking sono peggio di un tetris da Guinnes) ma il risultato non cambia: in questi mesi siamo diventate amiche, abbiamo condiviso un percorso. Per me, è una delle cose più belle che possono succedere a un content creator: entrare nella vita delle persone, sbirciare tra i sogni i progetti e il duro lavoro che serve a realizzarli e poi raccontarlo col proprio tocco e restituirlo a chi legge.

Se uniamo i puntini corrispondenti alle lingue che parla Laura, facciamo il giro del mondo restando comodamente sul nostro divano. Spagnola di Barcellona, in Sardegna dal 2006 per amore (che vi ricorda?), innamorata dell’inglese fin da piccola, ha ben pensato di fare l’Erasmus in Austria per imparare il Tedesco. Ma qui decide di dedicarsi anche al Giapponese, che studia dai libri di tedesco. E perché no, anche l’italiano in una classe tedesca.

Rientrata in Spagna, e facendo la spola con l’Italia, ha lavorato per un’azienda inglese e ha pensato di rispolverare anche il francese.

Aiuto, Laura, ma tu in che lingua sogni?

Dipende da chi sogno e dove è ambientato. Anche la lista della spesa, in verità, la scrivo in diverse lingue, a seconda dell’oggetto e dell’associazione che mi viene in mente per prima!

Come nasce questa tua instancabile passione per le lingue?

L’ho sempre avuta. Sono figlia di papà catalano e mamma spagnola. Una città come Barcellona in cui si parlano due lingue è già di per sé uno stimolo ad aprire la mente: dire la stessa cosa in due modi diversi mi affascinava, quando poi ho iniziato a studiare l’inglese la passione è cresciuta ancora di più. Il modo in cui si crea una grammatica ha a che fare con la cultura di chi la usa, e contribuisce a definire il modo in cui si guarda il mondo.
Ricordo che mia nonna, che amava viaggiare, mi portò di ritorno da Venezia una maglietta con tante frasi in italiano. Per me fu una scintilla: avevo 4 anni e da allora non ho più smesso di appassionarmi alle lingue.

Come sei passata da interprete e traduttrice a direttrice?

Da quando vivo in Italia, lavorare come traduttrice a casa tutto il giorno ha iniziato a starmi stretto. Il bello di studiare le lingue è parlarle! E avere a che fare con persone diverse. Avevo bisogno di aria fresca, e l’idea di insegnare ai bambini e scoprire in loro quella scintilla quando capiscono come comunicare in modi nuovi che mi ricorda tanto me da piccola, per me è un piccolo miracolo ogni volta. Come libera professionista avevo già un bagaglio di conoscenze e competenze per fare la coordinatrice accamedica e sbrigare la parte burocratica di questo lavoro. Sul resto, il marchio mi ha dato una grande mano.

Come mai tra tutte le scuole di inglese, hai scelto di aprire proprio una scuola Kids&Us?

Non ho scleto una scuola di lingue, ma ho scelto Kids&Us. L’ho conosciuta nel 2008 grazie a una mia amica, fortemente immersa in questo metodo e tra le prime ad aver aperto un centro Kids&Us in Spagna.
Ho iniziato a studiare inglese a 6 anni e a 10 avrei voluto studiare una seconda lingua. Quando ho scoperto Kids&Us ho pensato: ecco, questa è proprio la scuola di lingue che avrei voluto frequentare da piccola!
E non solo per il metodo, che ovviamente ritengo valido, ma per l’universo che si crea attorno, e che è in grado di attrarre attraverso il gioco anche quei bambini con cui il metodo tradizionale non riesce a far nascere l’amore per le lingue.

Come hanno risposto i genitori di Cagliari?

Nonostante abbia faticato molto per farmi conoscere, poiché non essendo sarda non avevo molti contatti, poiché Kids&Us in Sardegna non era ancora presente e poiché ho notato una tendenza delle famiglie a seguire comunque i consigli e il passaparola su ciò che è già conosciuto e sperimentato, i genitori hanno risposto con entusiasmo. Tutti ormai sono consapevoli dell’importanza e della chance che rappresenta per un bambino imparare una seconda lingua senza la fatica di doverla studiare da grande. La parte più difficile è far capire il beneficio nel lungo periodo. Per i bambini piccoli, spesso un genitore non è in grado di vedere la differenza tra una scuola, un video online, una babysitter madrelingua. Ma l’inglese non è una moda, è un processo: compreso questo, cade ogni ostacolo e si abbraccia l’idea della scuola con convinzione.

La risposta dei bambini è prevedibile, in base alla fascia di età?

Ogni età ha la sua particolarità: i bimbi di 1 anno del corso Mousy non parlano ancora nella lingua madre, ma fanno quello che sanno fare meglio: ascoltano! E assorbono come spugne.
I bambini di 2 e 3 anni del corso Linda si divertono molto: ascoltano, seguono e ripetono, facendo proprio ciò che capiscono, perché è quello che fanno anche con l’italiano nello stesso momento.
A 3 anni i bambini, complici anche i cambiamenti con l’arrivo alla materna, sono più consapevoli e più timidi, e per assurdo parlano meno di quelli di 2 e 3. Ma pensate a quando siete all’estero e vi chiedono: dimmi qualcosa in italiano! E voi vi sentite a disagio perché non vi viene in mente di parlare in italiano per far vedere che lo sapete fare!

A 4 e 5 anni ci si pone molte domande: soprattutto i bambini più bravi e più portati possono vivere un momento di frustrazione legato al fatto di non capire tutto al 100%. Essendo abituati ad approfondire, attenti ai dettagli, vorrebbero avere tutto sotto controllo, ma riescono comunque a esprimersi in modo articolato.

A 6 anni sono abituati al metodo di apprendimento anche alla primaria e amano esprimersi e esternare ciò che imparano.

Non solo inglese: in Kids&Us Cagliari Centro è arrivato anche lo spagnolo. Un po’ di casa tua…

Il metodo Kids&Us è nato per l’inglese e, solo successivamente, per lo spagno e il tedesco. L’occasione è arrivata per caso, grazie a una bimba che frequenta una scuola bilingue, figlia di mamma madrelingua spagnola. Come spesso accade, in età scolare i bambini bilingue tendono a rifiutare la lingua minoritaria che parlano solo con un genitore e a preferire quella di socializzazione e che usano con i pari. Abbiamo trovato la soluzione per mantenere vivo e allegro il suo rapporto con lo spagnolo, oltre che con l’italiano e l’inglese. E dall’anno prossimo, se ci sarà l’opportunità, siamo pronti a partire anche con delle classi di spagnolo.

Qual è l’aneddoto più simpatico di questi mesi di Kids&Us a Cagliari?

Una mamma mi ha raccontato che un bambino della nostra scuola, mentre giocava all’aperto, ha visto un signore inglese. Gli si è avvicinato e a suo modo e con il suo inglese ha iniziato a raccontargli che lui frequenta la scuola di inglese più bella del mondo, perdendo ogni freno inibitore e sforzandosi di comunicare con lui, che poi è proprio l’obiettivo che ci poniamo.

Ho apprezzato molto che con questo stop obbligatorio avete aperto i vostri contenuti a tutti i bambini, non solo ai vostri alunni. Trovo che l’inglese sia davvero l’unica attività che valga la pena di coltivare e potenziare in queste settimane a casa.

Sì, abbiamo creato un’area aperta a tutti che si chiama Stay at Home with Kids&Us: si tratta di contenuti divisi per fasce di età, che vanno dalle routine della giornata, come può essere la canzone del buongiorno, a ricette per i little chef, a lavoretti da fare mettendo insieme creatività e lessico, fino ad attività di animazione come balli e giochi.

Per i nostri alunni, il nostro dipartimento pedagogico sta preparando settimanalmente dei contenuti ad hoc, che servono a mantenere il contatto con l’inglese e con i traguardi raggiunti, ma non sostituiscono in nessun modo la lezione in presenza, che verrà recuperata. Oltre a dei video che le nostre teacher mandano ai bambini per salutarli e intrattenerli, sta per arrivare una sopresa di Pasqua insieme alle pagelle del secondo trimestre, e il resto lo vedremo strada facendo.

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