Mamma terrona: 10 motivi per sentirmi a casa lontano da casa
Una terrona che vive lontano da casa sa che le sue vacanze possono essere fatte sì di viaggi esotici, soggiorni di puro relax in destinazioni sempre diverse, tour culturali in qualunque capitale del mondo, ma non potranno mai escludere una puntatina in famiglia. Se una scelta esclude l’altra, sarà sempre casa a vincere: puoi disperarti, cercare soluzioni, un compromesso, ma lo farai mentre starai già caricando la valigia del ritorno di olio, conserva di pomodoro, sottoli e pane (che come lo fanno da te non lo fanno da nessun’altra parte).
Una terrona che diventa mamma fa tutto questo al quadrato. La figlia che c’è in lei pretende di ritornare a dormire nella sua cameretta, svegliarsi tardi, fare colazione con pane e sugo e entrare in cucina di nascosto a rubare dal forno un cucchiaio di quelle oliosissime bontà di cui si riempie a pranzo e cena ma che non le bastano mai, come se fosse una ghiandara che nasconde scorte di cibo per l’inverno nelle guance (e sui fianchi).
E per godere di tutto questo ha un collaudato rituale di preparativi che va dalla dieta preventiva che le consente di non avere eccessivi sensi di colpa alla rinuncia per mesi al parrucchiere perché a casa la aspetta il tagliando estetico completo da chi la conosce dai tempi in cui si tingeva le ciocche di capelli di blu e ancora non si truccava.
E poi come può il suo povero figlioletto crescere con il vero senso della famiglia senza sbucciarsi le ginocchia in villa, ché in città esistono solo i parchi e i giardini? O trascorrere quei rumorosissimi pomeriggi di profumi e chiacchiere nella stretta cucina della nonna dove tutte le zie si danno appuntamento stipando le sedie attorno al tavolo fino a sera? Ora tocca al suo piccolino stare su quel tavolo e accontentare tutte le richieste in contemporanea di fare questo e quello. In pratica, sciorinare l’intero repertorio visto nei micro video spediti via whatsapp durante l’inverno per tenerli aggiornati sui progressi fatti mentre era lontano. Un tourbillon affettivo che il duenne deve scontare per togliere alla mamma terrona un po’ di quel senso di colpa per avere, con la sua scelta di vita, trasformato i suoi genitori in nonni a distanza e così tutto il resto dei pro-parenti, togliendo loro il piacere quotidiano di godersi un nipotino che cresce alla velocità della luce.
Ognuno ti dice la sua, addirittura c’è chi non ti fa scendere per le scale con tuo figlio in braccio, nonostante per tutto il resto dell’anno tu non faccia altro, correndo e sui tacchi. Per la mamma terrona è un bell’esercizio di riposizionamento nella geografia di famiglia, dove non è più la piccola di casa ma nessuno se ne accorge e dove nessuno è abituato a riconoscerle un’autorità adulta e genitoriale nuova. Un vortice che a volte ti intenerisce, a volte ti rafforza, a volte ti fa arrabbiare. Ma di cui non puoi e non vorresti mai fare a meno.
Infatti ogni volta, quando arriva il momento di ripartire, pensi a come si potrà fare meglio negli successivi, eppure ogni volta non vedi l’ora di risalire su questa giostra e ricominci esattamente nello stesso modo delle volte precedenti. Sarà come per il parto, che i dolori si dimenticano e sei pronta a rifarlo perché è amore puro? 🙂
Oggi è proprio uno di quei giorni da fine corsa. Nessun altro giro, nessun altro insert coin, come sulla macchinina taxi a gettoni su cui Matteo ha fatto almeno un giretto al giorno davanti al bar della villa in queste vacanze, facendo gli occhi dolci ora al nonno ora allo zio ora alla mamma. Per me il momento del rientro è coinciso con l’inizio del lavoro. In mezzo solo la distanza di 8 ore di cui 6 circa passate a dormire e riabituarmi al caldo umido dopo aver usato la copertina per 15 giorni. La fretta del cambiamento mi aiuta a non affrontare troppo coscientemente il dramma della separazione.
E nonostante tutto, i motivi per ripartire ci sono sempre. Soprattutto a settembre, che è come Capodanno ed è pieno di buoni propositi. Scopri che il posto in cui vivi è ANCHE casa tua:
1) Quando è proprio da lì che parte la voglia di ritornare alla tua prima casa. . E’ una bomba a orologeria, a un certo punto scatta il conto alla rovescia e se non ti sbrighi esplodi
2) Quando la tua barista sa cosa prendi e lo mette sul bancone senza che tu nemmeno chieda “il solito”
3) Quando trovi finalmente un parrucchiere e un’estetista che non avrai amato e odiato nel corso di tanti anni ma che conquistano la tua fiducia, e ti sanno accontentare senza lasciarti uscire con il broncio
4) Quando hai un punto di riferimento medico per qualunque emergenza
5) Quando sai riconoscere e gestire l’apporto quotidiano di calorie e distribuirlo a piacimento tra pranzo e cena
6) Quando hai quel negozio che conosci solo tu che hai scoperto da sola per caso e dove non vedi l’ora di tornare prima di perdere l’affare
7) Quando sai che i tuoi vecchi amici sono per sempre e ti fa tanto piacere rivederli, ma ti accorgi anche che fremi in attesa del prossimo aperitivo chiacchiericcio con le tue nuove amiche che non avresti mai conosciuto se non ti fossi trasferita dove ora abiti
8) quando trovi un lavoro , superi un concorso e vinci una borsa di studio senza che nessuno ti conosca, diventando il tuo stesso “aiuto da casa”
9) Quando, e soprattutto, tutti dicono che la casa è dove c’è la mamma, ma tu realizzi che casa è dove c’è tuo figlio. Me lo aveva detto la prima volta una coppia conosciuta in viaggio di nozze che dal sud si era trasferita a vivere a Bologna e aveva già una bimba. Allora non potevo capire. Ora mi è molto chiaro: quando nasce un figlio, il posto in cui vivi diventa la tua casa. La vostra casa. Dove gli hai preparato un nido e dove proprio tu gli insegni i suoi punti di riferimento. Una strada, un luogo, le persone, gli oggetti, le abitudini: mentre lui li conosce per la prima volta e diventano in modo naturale la sua normalità, quello che darà per scontato tutta la vita, per te diventano ogni giorno più familiari e non puoi più farne a meno.
10) Quando, mentre tuo figlio impara tutto da zero, tu capisci che stai imparando a essere mamma su un terreno nuovo, dove nulla è già scritto, non ci sono mogli né buoi dei paesi tuoi a darti sicurezze e a dirti come si fa: anche tu ricominci a imparare. E scopri che ti piace
“Tu che farai tutte quelle domande, io fingerò di saperne di più” canta Elisa. E io con lei, mentre mi godo una vista mare inimmaginabile nel miei panorami di bambina e intanto sfoglio il calendario per scovare il prossimo ponte per tornare a casa, almeno qualche giorno.
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