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Irpinia con bambini: Santuario di Montevergine e Parco Avventura

parco avventura montevergine

Itinerario Irpinia con bambini 2022

Mercogliano

La prima tappa si raggiunge con facilità, 5 minuti dopo l’uscita Avellino Ovest dell’Autostrada.

Mercogliano è un paesino del Trentino prestato all’Irpinia: vialone alberato con alberghetti e pensioni, gelaterie e bar, casette dai tetti spioventi e in legno, rifugio estivo per habituée che, dai torridi territori del napoletano, fuggono alla calura in cerca di fresco. E, dietro, un enorme sfondo verde vellutato che ti obbliga ad alzare lo sguardo: Montevergine. Sulla cima sorge il Santuario, che con i bambini è facilmente raggiungibile in funicolare.

La funicolare per Montevergine

Partiamo dalle basi: la funicolare non è una funivia! E’ un elefante sonnacchioso che ti porta su e giù in 7 minuti, ma con calma, ogni 45 minuti, solo di mattina.Ti conduce piano (4 metri al secondo) e in sicurezza (va su rotaie come un treno, è collegato a un filo come un tram, ha una guida umana): dapprima rivelandoti la bellezza mozzafiato della verde Irpinia, dispiegandola sotto ai tuoi piedi e concentrandola nella valle del Partenio. Poi preparando i bambini a una discesa ripida degna delle montagne russe, ma da vivere al rallentatore, in modo slow, così da sollevare lo sguardo e riempirlo nuovamente dell’incredibile panorama a 180 gradi, interrotto solo da un passaggio sotto una breve galleria. All’uscita, l’unico picco di adrenalina è dato dall’incrocio perfetto con la cabina che sale, per consentire lo scambio di rotta e di binario. L’ideale con queste temperature per raggiungere i 1270 metri del Santuario.
Non aspettatevi nessuno sbalzo di pressione, nessun cambio di temperatura, almeno in questo periodo. E’ proprio tutto a misura di famiglia, da zero a 100 anni! Il biglietto andata e ritorno costa 8 euro, per i bambini fino 6 anni 5 euro. Il parcheggio per chi fa uso della funicolare costa solo 1 euro.

Di tutt’altra natura era la salita a piedi in pellegrinaggio, e lo è tuttora con la “juta” a Montevergine. Mi giungono racconti di pellegrini che risalivano i sentieri del monte completamente in ginocchio, e mi sento davvero piccola di fronte a tanto sacrificio per un cammino alimentato solo da speranza, fede e devozione.

Il Santuario di Montevergine

Io non ci ero mai stata, ma il Santurario è un motivo in più per andare fieri della nostra Irpinia. Ecco 10 cose da sapere, una specie di Bignami ma l’invito è ad approfondire prima di visitarlo:

  1. è un monumento nazionale, ossia un documento di pietra che racconta la nostra storia, e che pertanto va tutelato e conservato. E’ una delle 6 abbazie territoriali ancora presenti in Italia.
  2. Guglielmo da Vercelli. Il santuario non nasce nel luogo dove è apparsa la Madonna, ma per volontà di Guglielmo, oggi protettore d’Irpinia. Famoso il suo miracolo del lupo, l’animale che è simbolo di questa area geografica e che ritroverete scolpito nella porta di ingresso della chiesa e di fianco a lui nella grande statua che accoglie i pellegrini all’arrivo. Un lupo feroce azzannò l’asino che aiutava Guglielmo nei suoi lavori quotidiani, e da allora divenne un docile e fedele compagno al suo servizio.
  3. La Madonna. Il quadro principale oggetto di devozione e preghiera è una tela di oltre 4 metri per 2 raffigurante la vergine Maria seduta in trono che tiene nel braccio sinistro il bambino Gesù. Il piccolo, a sua volta, afferra il mantello della madre con la mano destra.
  4. La leggenda della Madonna Nera. Tra sacro e profano, si narra che la Madonna fosse la più brutta di 7 sorelle, unica nera, e che pertanto si ritirò in esilio su questo monte. Qui divenne la più bella e addirittura l’unica che viene celebrata due volte l’anno. La sua storia è sin dalle origini circondata da racconti liquidi, quantomeno sfumati, in cui verità e leggenda, fede e superstizione si sono fuse e confuse in modo inestricabile. 
  5. La Mamma Schiavona, ossia straniera. E’ il nome con cui soprattutto i fedeli napoletani, più abituati a rivolgersi in modo confidenziale, chiamano la Vergine.
  6. La Mamma che tutto perdona. La comunità LGBT è molto legata al culto della Madonna di Montevergine. Questo perché si narra che compì il miracolo di salvare due amanti omosessuali, nel 1200, scoperti e condannati a morire sbranati, legati nudi a un albero. Commossa dalle invocazioni dei due giovani, la Madonna decise di sciogliere con un raggio di sole le catene e le corde che li bloccavano. I due giovani tornarono a raccontare l’accaduto e la stessa comunità non poté fare altro che accettare il miracolo e il loro amore. La Madonna viene perciò considerata protettrice degli ultimi, dei deboli, dei poveri, degli emarginati.
  7. Museo. Il Museo abbaziale ha un costo di ingresso di 3 euro, e permette l’accesso a una prima area, sicuramente la più interessante per i bambini, con una grande esposizione di presepi in stile napoletano. Si prosegue con reperti lignei, oggetti liturgici, e reperti marmorei, tra cui dei sarcofagi.
  8. Le offerte. La sala delle offerte mi ha ricordato quella più famosa e grande del santuario di San Gerardo, di cui vi ho raccontato qui, con i doni alla Madonna a seguito di grazie ricevute, in particolare fiocchi nascita rosa e celesti. Anche qui mi hanno colpito le tante foto e le trecce di capelli donate come pegno di speranza. 
  9. La pace. Questi luoghi sacri posti in altura, forse per essere più vicini a Dio, hanno un non so che di pace e di pacifico. Sarà proprio per questa sensazione di isolamento, silenzio, l’ampia veduta e la possibilità di riflessione che venivano scelti dai monaci e dagli eremiti che vi ri rifuggiavano per isolarsi e pregare. Quella dimensione è garantita, anche se ci arrivate con bambini chiassosi e poco propensi a non parlare in continuazione!
  10. Lo shopping. Tra la funicolare e il Santuario ci sono le casette tipiche di ogni meta di turismo che si rispetti, seppure turismo religioso! Non so se riuscirete a non cedere alla tentazione di acquistare le castagne del prete, tipiche di questa zona, così come noccioline, mandorle, taralli, biscotti al miele e il mitico torrone (noi abbiamo preso la “cupeta”).

 

Il Parco Avventura di Ospedaletto di Alpinolo

Qualche curva dopo il parcheggio dela funicolare, pochissimi minuti di auto separano Mercogliano da un altro paesino di montagna, Ospedaletto di Aplinolo (con l’accento sulla ì, ripete con me: Alpìnolo, no Al Pinolo!). Qui una grande pineta ospita il Parco Avventura Montevergine ben attrezzato per trasformare qualche ora di percorso acrobatico in una completa gita fuori porta per gruppi e famiglie. Avrete la possibilità di prenotare un tavolo da picnic (15 euro) e di utilizzare il barbecue. E poi via ai percorsi per ogni fascia di età: dai 3 baby (altezza minima 100 cm) a quelli per ragazzi e adulti (dai 130 cm).

Il nostro percorso preferito? Quello celeste, tutto di carrucole!

Il Parco è meno “moderno” rispetto, per esempio, a quello dell’Etna, ma i percorsi sono curati nei minimi dettagli, anche estetici, con soluzioni e materiali più fantasiosi e colorati. Poiché l’intera pineta è in pendenza, spesso i percorsi risultano più in alto rispetto a come siamo abituati a vedere quelli dei bambini, il che, a parità di sicurezza, rende questo parco ancora più affascinante. Nel weekend è possibile anche praticare tiro con l’arco.

I ragazzi che lo gestiscono sono disponibili e pazienti, molto zen e flessibili. Una bella scoperta, da salvare per andarci con bambini e amici.
Unica pecca, o meglio, da sapere prima: solo wc chimici e niente snack o bibite. Noi abbiamo rimediato spostandoci per il caffè in un bar vicino, ma nelle ore più calde sono pochi quelli aperti. Di ritorno, invece, vi consiglio un’ultima tappa per una pausa dolce e salata nella bottega “Di Gennaro”.

Siete mai stati in uno di questi luoghi?

Fatemi sapere se sì o se ci andrete, e se aggiungereste qualche tappa a questo itinerario di un giorno in Irpinia con bambini!

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